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criptovalute

Cripto sì, cripto no

L’oscillazione dei bitcoin continuano a fare notizia, con quotazioni in rapida ascesa intervallate da crolli clamorosi, che trascinano con sè le piattaforme come Coinbase e Ripple dove la criptovaluta viene scambiata. A spaventare i risparmiatori non c’è tanto l’incertezza del controvalore economico, quanto la mancanza di una regolamentazione chiara, entro la quale poter scegliere a chi e come affidare i propri investimenti.

Mentre alcuni Paesi stanno tentando di mettere ordine fra le piattaforme di trading, non dobbiamo commettere l’errore di liquidare insieme ai bitcoin tutte le applicazioni che stanno nascendo dalla tecnologia che ne rappresenta il fondamento, ovvero la blockchain.

Senza scendere in tecnicismi, possiamo descrivere la blockchain come un lunga catena, formata da tanti blocchi tra i quali possono avvenire transazioni e scambi di dati, ciascuno verificato e validato dai nodi della rete prima di diventare effettivo. La blockchain può essere quindi rappresentata come un enorme registro pubblico, disponibile a tutti i blocchi della catena e assolutamente decentralizzato, poiché non ha bisogno di un ente superiore per garantire l’affidabilità delle informazioni che contiene.

Le applicazioni che può avere vanno ben oltre i bitcoin e le criptovalute. Pensiamo alla sanità: la blockchain consentirebbe di gestire i dati dei pazienti attraverso un sistema condiviso, con cui i medici potrebbero scambiare informazioni tra loro in modo sicuro e veloce, avendo sotto mano l’intera storia clinica di una persona per stabilire terapie migliori in tempi più rapidi. Nella Pubblica Amministrazione, la blockchain darebbe al cittadino un’identità digitale univoca, semplificando le interazioni con i diversi enti e anche contrastando alcuni tipi di reati, ad esempio quelli fiscali, grazie alla possibilità di correlare meglio i dati.

Molto interessante è anche l’impiego nell’industria manifatturiera e nel food, con il tracciamento decentralizzato e sicuro dell’intera filiera di produzione e distribuzione, con garanzie importanti per i consumatori rispetto alla provenienza di materie prime e ingredienti, nonché sulla sostenibilità dei processi.

E il commercio? Anche per negozi e catene la blockchain potrebbe rappresentare un passo in avanti perché, oltre ad abilitare una serie di strumenti per la gestione degli store come cataloghi, archivi, magazzini, ecc., potrebbe supportare l’integrazione di sistemi digitali di pagamento e migliorare l’esperienza d’acquisto.

L’elenco sarebbe ancora lungo, passando dalle Smart City per arrivare a progetti filantropici e a sfondo sociale. La rivoluzione blockchain è appena cominciata e, al di là delle criptovalute, moltre altre applicazioni prenderanno vita nel prossimo futuro e porteranno l’innovazione a tanti livelli.

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