Il nuovo Governo, come è normale che sia, si trova sul tavolo tanti dossier spinosi, incluso quello che riguarda la trasformazione digitale dell’amministrazione pubblica. Tema complesso, su cui è facile scivolare nella delusione per quello – tanto – che ci sarebbe da fare e si potrebbe realizzare. Ma il bicchiere non è proprio vuoto, stando al resoconto triennale che l’Agenzia per l’Italia Digitale (AGID) ha da poco presentato.
Alcuni numeri balzano all’occhio: oltre 2 milioni e mezzo di identità digitali finora rilasciate, con 100 mila nuove domande ogni mese, quasi 17 mila amministrazioni aderenti a PagoPA con 3,5 milioni di operazioni gestite nel primo trimestre di quest’anno, risparmi per un milardo di euro all’anno grazie alla fatturazione elettronica. Il rapporto mostra progressi importanti in fatto di trasparenza e accessibilità dei dati, con progetti in via di realizzazione che prevedono l’uso di tecnologie avanzate di cybersicurezza e intelligenza artificiale.
Emerge quindi il quadro di un’amministrazione che, magari più lentamente di quello che vorremmo, si è messa in cammino verso la trasformazione digitale e sta cominciando a cogliere i primi frutti degli investimenti fin qui sostenuti. La strada è comunque ancora lunga, come si evince dal Digital Economy and Society Index (DESI) della Commissione europa, che vede l’Italia ferma al 25mo posto tra i 28 Paesi membri.
Dove sono i maggiori ostacoli all’accelerazione digitale della PA? Non è solo una questione di risorse economiche. La nostra esperienza suggerisce che spesso il problema più serio è la cultura interna all’amministrazione, che non incoraggia l’innovazione e la creatività delle persone, ma al contrario favorisce la chiusura e la burocrazia. Quando si adotta una nuova tecnologia per snellire un processo, offrire un servizio ai cittadini, o abilitare una funzione destinata alle imprese, il primo effetto è su chi lavora all’interno dell’ente, che deve confrontarsi con procedure e strumenti nuovi, tempi e interazioni diverse.
Questo può certamente creare preoccupazione e mettere in discussione schemi consolidati, ma è necessario per aprire la ‘macchina’ amministrativa a nuovi obiettivi di efficienza, trasparenza e accessibilità. È la formazione e la motivazione delle persone uno degli aspetti su cui concentrare l’attenzione nel prossimo futuro, perché qui si gioca il successo dei progetti di AGID e delle tante, ottime innovazioni che molti enti locali stanno portando avanti.