Tra i cambiamenti che la tecnologia digitale e mobile ha prodotto negli ultimi anni, uno dei più interessanti è la trasformazione dei processi e delle abitudini di lavoro. Con una buona connessione, i dispositivi e gli strumenti giusti, oggi possiamo essere operativi anche lontani dalla scrivania, con il vantaggio di una maggiore flessibilità e un aumento della produttività che alcune ricerche stimano nell’ordine del 20%.
Le politiche di smart working che molte imprese hanno adottato vanno proprio nella direzione di lasciare il collaboratore libero di organizzare il proprio lavoro, eliminando (o almeno riducendo) i vincoli legati agli spazi e i tempi canonici della vita d’ufficio. Il primo effetto è quello di consentire una migliore conciliazione tra professione e famiglia, ma ci sono anche delle conseguenze positive di più ampio respiro, se pensiamo ad esempio che non essere obbligati a raggiungere la sede dell’azienda tutti i giorni contribuisce ad alleggerire il traffico nelle ore di punta e fa risparmiare un po’ di emissioni nocive.
Ma la tecnologia non è solo lavoro da remoto, o agile. È l’opportunità di trasformare completamente il posto di lavoro come lo abbiamo finora fisicamente inteso, ottimizzando spazi e layout, ma soprattutto aprendosi a quello che viene chiamato il ‘dynamic working’. A Milano ci sono Microsoft, Marie Tecnimont e Zurich, a Roma Enel e Bnp Paribas, e tante altre sono le realtà che stanno sperimentando questo approccio.
L’idea è quella di mettere da parte uffici e postazioni individuali per proporre open space e aree condivise, dove favorire l’innovazione grazie alla possibilità di lavorare in piccoli team, scambiare esperienze e stabilire connessioni tra persone che, provenienti da funzioni diverse, hanno l’occasione di mettersi alla prova su progetti comuni. Qualcuno storcerà il naso dovendo rinunciare alla propria scrivania, eppure chi ha provato il dynamic working difficilmente vuole tornare indietro.
Dalle tecnologie mobile agli strumenti avanzati di comunicazione, dalle piattaforme di collaborazione alla realtà aumentata, il digitale apre dunque nuovi scenari anche parlando di lavoro – con l’auspicio che gli uffici siano luoghi dove liberare la creatività e lo spirito innovativo che sono il vero motore delle aziende.