Accedere alla Rete e navigare online fanno ormai parte del nostro vivere quotidiano: chi saprebbe farne a meno? Ci preoccupiamo di avere una connessione veloce e affidabile in ufficio, a casa, quando siamo in movimento e anche quando andiamo in vacanza. Secondo un’indagine di Symantec, oltre il 70% delle persone subordina la scelta di un hotel o un appartamento per le ferie alla disponibilità di una rete Wi-Fi, e quasi il 45% ne verifica la presenza prima di prenotare una cena al ristorante.
Non stupisce che il 70% degli utenti preferisca un Wi-Fi gratuito, e il 55% delle persone è pronto a cedere informazioni personali come l’indirizzo e-mail, il recapito fisico e il numero di cellulare in cambio di un accesso a costo zero. L’8% ruberebbe addirittura la password pur di navigare gratis.
Quasi il 90% approfitta del Wi-Fi per controllare la posta elettronica e i social, il 50% usa navigatori o mappe interattive per gestire i propri spostamenti, il 27% lavora e si collega ai sistemi aziendali, il 17% effettua operazioni bancarie, bonifici e pagamenti. Emerge in generale una certa leggerezza da parte degli utenti, e pochi sono consapevoli dell’importanza di proteggere i propri dati quando si usano reti pubbliche, a elevato rischio di vulnerabilità. È stato infatti stimato che circa l’87% degli intervistati ha messo a rischio, almeno una volta, la propria privacy.
Essendo sempre più richiesto e apprezzato, molte aziende hanno cominciando a offrire il Wi-Fi ai clienti – non solo le strutture ricettive e turistiche, ma anche chi gestisce negozi, uffici o filiali aperti al pubblico, ambulatori o strutture di utilità. Oltre a dare un piccolo servizio aggiuntivo, è l’occasione per invitarli a entrare in relazione con il brand e, ad esempio, proporre un coupon sconto, iscriversi alla newsletter, condividere dei contenuti, fino a strutturare delle vere e proprie campagne di marketing di prossimità.
Con l’entrata in vigore del GDPR (General Data Protection Regulation), il nuovo regolamento europeo sulla protezione dei dati personali, le organizzazioni che acquisiscono e conservano informazioni relative a clienti, fornitori, dipendenti e collaboratori saranno tenute a rispettare regole più severe – e questo potrà sensibilizzare le persone a fare maggior attenzione, ma servirà anche a mettere in luce i brand virtuosi nel gestire in modo corretto ed etico i dati individuali, soprattutto quando vengono usati a fini commerciali.
Ai navigatori resta comunque l’invito a essere prudenti nella dimensione digitale, tanto quando lo sono nella vita analogica.