La realtà aumentata (Augmented Reality, AR) e quella virtuale (Virtual Reality, VR) sono sempre più presenti nelle aziende industriali. Il 46% delle maggiori organizzazioni nel settore automotive, manufatturiero e utility ritiene che queste tecnologie diventeranno di uso comune entro i prossimi tre anni, mentre il 38% afferma che la loro implementazione su larga scala richiederà dai tre ai cinque anni.
Secondo uno studio di Capgemini, i risultati dei progetti AR e VR sono stati superiori alle aspettative nell’82% delle imprese che già usano queste tecnologie. Riparazione e manutenzione, progettazione e assemblaggio sono i casi d’uso più frequenti. I sistemi immersivi sono particolarmente efficaci per consentire l’accesso a risorse tecniche (lo dice il 31% delle aziende intervistate), collaborare da remoto con esperti e consulenti (30%), visualizzare singoli componenti di un prodotto durante le fasi critiche di lavorazione (30%), migliorare i processi produttivi (29%). Le imprese più innovative sfruttano AR e VR anche a supporto delle simulazioni e test di prodotto (27%), della progettazione (26%), e sono in corso sperimentazioni molto interessanti in campo formativo ed educativo.
IDC ha stimato che la spesa globale per AR e VR sfiorerà i 18 miliardi di dollari nel 2018, in crescita di quasi il 95% rispetto al 2017. Le due tecnologie avranno però percorsi diversi: se la VR può migliorare singole user experience in modo immersivo, l’AR connette il mondo digitale con quello reale, e dunque si presta a una maggiore varietà di applicazioni in ambito industriale. Stati Uniti e Cina sono i Paesi più all’avanguardia, ma l’Europa si difende con molte innovazioni che arrivano soprattutto da Germania, Francia, Regno Unito e Paesi nordici.
Ci siamo quindi preparando a lavorare in fabbriche e stabilimenti, dove AR e VR saranno strumenti quotidiani? Probabilmente sì.